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Concorrenza sleale del dipendente: cos’è, come avviene ed i controlli per tutelarsi

Come riconoscere la concorrenza sleale del dipendente, licenziare ed ottenere il risarcimento del danno grazie alle investigazioni aziendali

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Sei venuto a sapere che un tuo dipendente potrebbe lavorare anche per la concorrenza o pensi intenda mettersi in proprio e stia rubando informazioni riservate e sviando la clientela? Vuoi sapere come difenderti ed essere risarcito dei danni?

In questo articolo forniremo le informazioni essenziali per riconoscere la concorrenza sleale da parte di dipendenti ed ex dipendenti, anche attraverso esempi pratici, e cosa può fare un imprenditore per tutelare la propria attività anche ricorrendo ad indagini e raccolta prove.

Indice degli argomenti che tratteremo:


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1.Cos’è concorrenza sleale del dipendente

Ogni lavoratore dipendente ha l’obbligo di fedeltà nei confronti dell’impresa che lo ha assunto.

L’ obbligo di fedeltà (art. 2105 Cod. Civ.) è alla base dei contratti di lavoro dipendente e consiste in tre divieti:

1.      divieto di trattare affari, in conto proprio o di terzi, in concorrenza con l'imprenditore;

2.       divieto di divulgare notizie attinenti all'organizzazione o farne uso in modo da poter recare ad essa pregiudizio.

3.      divieto di divulgare notizie attinenti ai metodi di produzione dell'impresa (know-how), o farne uso in modo da poter recare ad essa pregiudizio.


La concorrenza sleale del lavoratore dipendente riguarda il primo punto, ovvero si realizza quando il dipendente tratta affari, sia come lavoratore dipendente che come autonomo, con un’azienda in competizione con l’imprenditore che lo ha assunto; ed anche nei casi in cui si utilizzino notizie riservate per recare pregiudizio al proprio datore di lavoro e vantaggio per un competitor.

Alla cessazione del contratto di lavoro, il lavoratore non deve più attenersi al divieto di concorrenza sleale, benchè rimangano validi gli aspetti dell’obbligo di fedeltà che riguardano la riservatezza di informazioni e know-how.

Qualora l’imprenditore volesse protrarre l’obbligo di fedeltà anche al termine del contratto di lavoro sarebbe necessaria la stipula di un patto di non concorrenza con l’ex dipendente.


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2.Come avviene la concorrenza sleale: esempi pratici

È sufficiente che il dipendente svolga delle attività che siano, anche solo potenzialmente, in grado di danneggiare l’azienda affinchè vi sia concorrenza sleale.

La concorrenza sleale non riguarda solo le grandi aziende, ma bensì avviene di frequente anche a discapito di piccoli imprenditori ed attività commerciali di ogni grandezza.

Facciamo alcuni esempi pratici di casi di concorrenza sleale posta in essere da un dipendente.

Esempio 1: acquisto di quote di un’azienda concorrente del proprio datore di lavoro

E’ un atto di concorrenza sleale del dipendente l’acquisto di quote societarie di un’azienda in concorrenza con il proprio datore di lavoro.

Tale esempio, preso dalla giurisprudenza, sottolinea con tale atto vada a ledere il rapporto fiduciario e possa giustificare un licenziamento disciplinare.

Esempio 2: l’agente monomandatario che lavora anche per i competitors

Un altro esempio può riguardare un agente monomandatario di prodotti per parrucchieri, il quale fa visita anche alle aziende concorrenti e propone ai saloni di parrucchieri anche i prodotti dei competitors. Si tratta anche in questo caso di concorrenza sleale, sviamento della clientela e violazione del contratto che prevede il divieto di vendere i prodotti della concorrenza.

Esempio 3: dipendente che si mette in malattia e servizio presso un competitor.

Dalla nostra esperienza come agenzia investigativa ci è capitato di documentare un caso di un dipendente che non solo lavorava in malattia… ma lavorava pure per un diretto concorrente del nostro cliente!

Questo comportamento, oltre ad avere dei risvolti di truffa ai danni dello Stato per la falsa malattia ed il lavoro in nero, ha comportato un danno al nostro cliente che si è visto stornare clientela alla quale è stata fatta un’offerta migliore rispetto a quella praticata e di cui era a conoscenza il dipendente infedele.


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3.Casi in cui vi è concorrenza… ma non è sleale

La concorrenza non sempre può essere considerata sleale, infatti vi sono casi in cui il lavoratore può trattare affari anche con un competitor.

Questo vale per esempio nel caso di lavoratori autonomi (contratto di collaborazione o partita IVA) e per i parasubordinati. Queste tipologie di lavoratori non sono tenute all’obbligo di non concorrenza, pur ricadendo anche su di loro l’obbligo di riservatezza e la correttezza nei confronti del committente.

Un caso è sé riguarda il lavoratore subordinato part-time. In linea di principio, un lavoratore part-time può lavorare anche per un competitor, in quanto il primo lavoro non gli consente di ottenere una remunerazione sufficiente. Tuttavia, il secondo lavoro non deve pregiudicare il rapporto fiduciario con l’imprenditore.

Inoltre, come già accennato, l’obbligo di non concorrenza decade al termine del contratto di lavoro subordinato. Infatti, un ex dipendente può contattare la clientela del proprio ex datore di lavoro allo scopo di stornarla in favore della sua attività attuale, in proprio o come dipendente.

Tuttavia, tale attività può essere considerata lecita solo se occasionale e non sistematica e se fatta non subito dopo il venir meno del rapporto lavorativo.

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4.Come tutelarsi: le investigazioni per licenziare ed ottenere un risarcimento

La violazione del divieto di concorrenza sleale da parte del lavoratore dipendente fa venir meno il rapporto fiduciario e può comportare un licenziamento disciplinare per giusta causa o giustificato motivo.

Tuttavia, non è consigliabile ricorrere a sanzioni disciplinari, specialmente gravi come un licenziamento, solo perché si ha dei sospetti di infedeltà non verificati.

L’imprenditore deve poter riportare nella lettera di licenziamento fatti ed informazioni precise, in modo da poter mettere il lavoratore con le spalle al muro per gli illeciti commessi e la concorrenza sleale.

Inoltre, non ci si deve dimenticare che in una causa per l’impugnazione del licenziamento, l’onere della prova spetta al datore di lavoro.

Come fare? Risulta fondamentale svolgere delle indagini per ottenere le prove ai propri sospetti.

Di fronte a dei sospetti di infedeltà del dipendente, il datore di lavoro è autorizzato, dalla legge e dalla giurisprudenza, ad avvalersi di un investigatore privato per lo svolgimento di indagini per la tutela dell’azienda.

Tali indagini possono avvenire durante l’orario di lavoro, durante permessi dal lavoro per malattia o altro ed anche fuori dall’orario di lavoro, in quanto il lavoratore è tenuto all’obbligo di fedeltà lavorativa in ogni frangente.

Inoltre, l’investigatore privato può essere chiamato come testimone della concorrenza sleale per riportare in aula quanto visto e documentato nella propria relazione investigativa inclusiva di materiale video-fotografico.

Infine, se gli atti di concorrenza sleale sono compiuti con dolo o colpa, l’autore è tenuto al risarcimento del danno (art. 2600 Cod. Civ.).

Perciò, il danneggiato deve dimostrare sia il danno che il nesso causale tra il comportamento del dipendente ed il danno per concorrenza sleale. Risulta ancora più evidente la necessità di una raccolta di prove documentali e testimoniali ottenibili grazie alle indagini di un investigatore privato.




5. Conclusioni

In questo articolo abbiamo illustrato cos’è la concorrenza sleale del dipendente con esempi pratici, e fornito delle dritte per difendere la propria azienda attraverso le indagini aziendali di un investigatore privato esperto e competente.

Contattaci per una consulenza investigativa sulla concorrenza sleale.


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